Castagne e "vin brulè"

Pare che fin dalla preistoria il castagno fosse presente nelle nostre zone, infatti, nonostante sia un'essenza arborea adatta all'ambiente montano, qui nel Roero vanta una coltivazione plurisecolare.
Il frutto di questi alberi è la castagna che in passato ha contribuito a creare una risorsa alimentare e un oggetto di commercio molto importante.
Una varietà è la "canalina"(il nome deriva dal comune di Canale, il centro agricolo-commerciale più importante della zona) conosciuta meglio come "castagna della Madonna" : denominazione che le deriva dall'epoca di maturazione, che avviene pressappoco nella prima decade di settembre, in prossimità della festa della natività di Maria.
Dopo aver acquisito molte notizie sull'argomento, in classe abbiamo fatto un'esperienza diversa: abbiamo mangiato le castagne bollite accompagnate dal vin brulè. Questa bevanda , tipicamente invernale, in passato veniva utilizzata per curare raffreddore e influenze in modo naturale.


In una pentola abbiamo versato una bottiglia di vino e poi abbiamo aggiunto una stecca di cannella, lo zucchero, i chiodi garofano ed una pera tagliata a fette.

La bevanda ha bollito per quasi tutta la mattinata e l'alcool presente è evaporato. Infatti la maestra ha acceso un cerino e l'ha posto vicino alla pentola ma non è successo niente.

Nell'aula si sentiva un buon profumo e noi eravamo ansiosi di assaggiare il vin brulè.

Anche le castagne sono state per qualche ora sul fuoco perchè volevamo essere sicuri che fossero ben cotte.


Finalmente è arrivato il momento di gustarle!!!.
Ognuno di noi ha sistemato un tovagliolo sul banco e l'insegnante ha distribuito 5-6 frutti per ciascuno incidendone la buccia con il coltello.



Abbiamo tolto il guscio legnoso,abbastanza duro ma soprattutto bollente e la pellicina che riveste il frutto e poi.."gnam" tutto in bocca. Il gusto era dolciastro, la polpa farinosa , impasta la bocca e dopo averne mangiate alcune bisogna bere e allora…
…ecco un sorso di vin brulè. La bevanda aveva un sapore particolare: dolce e speziato.Anche il profumo era intenso, avvicinando il bicchiere al naso ad alcuni si sono liberate le narici, ad altri ha fatto lacrimare gli occhi .Avevano ragione i nostri nonni ad utilizzarla come rimedio per il raffreddore!!!
Abbiamo proseguito a mangiare e a sorseggiare i nostri prodotti . Continuavamo a richiedere castagne, sembrava non le avessimo mai mangiate. Meno male che le maestre previdenti ne avevano comprate in abbondanza!!!!
E' stata un'esperienza interessante. Prima il lavoro di conoscenza approfondita del nostro territorio con i relativi prodotti, poi le interviste con i nonni per scoprire come erano le abitudini alimentari di un tempo e confrontarle con quelle odierne ed infine il discorso sul cibo e sull'importanza di avere una corretta alimentazione per il nostro sviluppo e per preveniere determinate malattie.
Il giornale di Canale